La nota esperta Ilaria Capua ha fatto il punto sulla Malattia X e la possibilità di una nuova pandemia dopo quella del Covid.
Avevano fatto molto discutere le parole di Ilaria Capua, nota virologa tornata in Italia per insegnare alla Johns Hopkins University, riguardo la possibilità di una nuova pandemia dopo quella del Covid. Adesso, l’esperta ha tenuto a precisare alcuni passaggi in merito alla Malattia X e a quello che potrebbe succedere nel nostro Paese e nel mondo. Intervistata da Quotidiano Nazionale, la donna ha fatto il punto della situazione.
Ilaria Capua e la Malattia X
La nota virologa aveva rilasciato in passato alcune interviste, tra cui quella a Il Giornale, nella quale aveva posto l’accento sulla Malattia X e l’ipotesi dell’arrivo di una nuova pandemia: “Non sappiamo quando ma ci sarà”, le sue parole in sintesi.
Frasi a cui, adesso, la stessa Capua ha voluto dare un senso diverso, pur non rinnegandole: “Ed è diventata che Ilaria Capua lancia l’allarme per una nuova pandemia che sarà peggio del Covid”.
Su come stiano effettivamente le cose: “Covid, Dengue, Sars, aviaria, influenza. Quali spie sono accese sui monitor dei virologi?”, è stato chiesto alla virologa. “Quelle che ha detto sono tutte spie accese e monitorate. Come lo sono quei punti del pianeta dove sappiamo avvengono i salti di specie dei virus, dagli animali ad altri animali e all’uomo. La pandemia ci ha ricordato solo che siamo fragili”.
Gli insegnamenti post Covid
Nel corso dell’intervista al Quotidiano Nazionale, la Capua ha fatto presente come quanto vissuto in era Covid debba essere da monito e da insegnamento per il futuro: “[…] Non possiamo più farci trovare impreparati. Il Covid ci ha obbligato a cambiare alcune nostre abitudini e, purtroppo, alcune buone pratiche sono state dimenticate troppo in fretta: quando si è malati o molto raffreddati è megli orestare a casa, portare la mascherina quando si è costretti a stare in luoghi affollati per molto tempo. Lavarsi le mani, specie prima di sedersi a tavola. Non capirlo non è da sapiens , come ci piace definirci, ma da stupidus”.